mercoledì 20 aprile 2022

Son Felice - Una Canzone di Elisabetta


Conosco Elisabetta da un paio di anni. 

Affetta da decadimento cognitivo, lavoriamo con la musica per esplorare risorse inaspettate, per sostenere le sue capacità e per divertirci. 

Il carattere forte e deciso di Elisabetta, da possibile ostacolo, si è trasformato velocemente in un'opportunità: ritrovare il piacere attraverso l'ironia e la determinazione. 

Abbiamo lavorato a questa canzone per circa un anno. 

Il testo è nato in conversazioni appassionanti e a tratti surreali. Elisabetta si racconta, come non ha mai fatto prima. Non è una persona che si confida facilmente. Il suo, è un atto di fiducia verso il nostro lavoro molto importante. La musica apre alla comunicazione e alla scoperta, di sé e degli altri. 

Ho prodotto la musica nel mio studio, all'interno del progetto "Una Canzone Per Te". Abbiamo registrato la sua voce proprio in questo salotto, il salotto di casa sua,  in un paio di incontri densi e impegnativi, che Elisabetta ha saputo superare con grande forza. Ascoltarsi in cuffia, risentire la propria voce dopo le riprese, scoprire come la musica si fonde alle voci... Tutto nuovo e bello da vivere. 

Alla fine, abbiamo condiviso la canzone con la famiglia. 

E adesso la offriamo a tutti voi, se avete la voglia e la disponibilità di accogliere. 

D'altronde: "Non mi rompere le scatole perché son felice!"


Credits: 

Voce e percussioni: Elisabetta

Voce, pianoforte, chitarra, percussioni e programmazione: Guglielmo Nigro


Composizione, arrangiamento, mixing e mastering: Guglielmo Nigro

martedì 16 febbraio 2021

Le vibrazioni profonde del Rav Vast Drum

 


Le vibrazioni armoniche del Rav Vast Drum (uno steel tongue drum di tradizione russa) stimolano l'accesso a esperienze primarie, che risalgono persino al periodo prenatale. Grazie a queste caratteristiche, anche di fronte a condizioni particolarmente compromesse di decadimento cognitivo, è possibile costruire una relazione emozionale profonda, fatta di ascolto, sguardi e strette di mano.

Dialogo sonoro voce e pianoforte


 

Nonostante la perdita delle parole, attraverso il coinvolgimento emotivo, è possibile costruire una relazione profonda fatta di improvvisazione musicale e gioiosa creatività. La musica permette di entrare in contatto con risorse ancora vitali andando oltre il decadimento cognitivo.

Da una seduta di musicoterapia nel nucleo Alzheimer dell'R.S.A Le Residenze del Sole di Cinisello B.mo

martedì 28 luglio 2020

Il Canto "a eco" per la relazione facilitante




Accade, semplicemente, durante un incontro di musicoterapia, mentre Marilena improvvisa con me al pianoforte, che si raccolga una canzone dalle idee, e nasca un canto a "eco". Le strofe diventano "conversazione facilitante", sostenuta dalla melodia e dal suono. Insieme, si procede per un viaggio di parole e musica intorno a "Ogni volta" di Vasco Rossi, senza sapere davvero quello che accade. Essere dentro quel viaggio con Marilena è toccante, emozionante. Da un incontro di musicoterapia presso l'R.S.A. Le Residenze del Sole di Cinisello B.mo.

giovedì 21 maggio 2020

Musicoterapia in R.S.A. durante la pandemia



I mesi della pandemia in una R.S.A. sono mesi difficili.
Si respira la paura concreta per la diffusione del virus. In molti casi, purtroppo, si fanno i conti con i numerosi decessi che avvengono giorno dopo giorno, all'interno di una "popolazione", quella dei residenti, tra le più fragili e a rischio.
Si sospendono le visite dei familiari, che interagiscono, quando possibile, solo attraverso videochiamate.
Si interrompono buona parte delle attività di socializzazione che sono l'occasione reale di incontro, di scambio e di alleggerimento.
Si osservano e sperimentano relazioni con gli operatori del tutto inedite, filtrate da mascherine, guanti, vestaglie... in un processo che amplifica il distacco, l'anomia, l'isolamento.

Il tempo della pandemia in una R.S.A., per gli ospiti che la abitano, è un tempo difficile all'interno di una situazione già normalmente difficile. L'amplificazione della solitudine e dell'abbandono si accompagna, spesso, al senso di colpa e alla perdita di senso. Nella lucidità possibile di molti ospiti, infatti, l'idea di trovarsi in quell'altrove dalla propria "casa" si muove di pari passo con l'idea di vivere una punizione per qualcosa che è stato commesso. C'è una frattura col proprio quotidiano, che gli effetti della pandemia rendono spesso tragica.

Fino a quando mi è stato possibile, circa un mese fa, mi sono mosso all'interno di questa quotidianità come testimone attivo. Insieme agli altri operatori, ho portato le mie competenze e la mia presenza. Ho la fortuna di poter lavorare con una "cosa" meravigliosa: la musica. Suoni, vibrazioni, ritornelli, strutture armoniche, ritmi e canti sono una risorsa enorme. Viene da chiedersi come mai, ancora oggi, in diverse strutture e realtà socio-assistenziali la musicoterapia sia considerata un lusso. Ma questo è un altro discorso.

Ogni incontro sonoro è una sorpresa. Ed è relazione primaria. Entravo nei reparti con una chitarra, un handpan, un tamburo, la mia voce e iniziavano ad accadere le cose. Le più belle sono i racconti.
Le persone improvvisamente, tra un canto e l'altro, si raccontano. Parlano del loro quotidiano, dei loro ricordi, delle loro paure. La musica è il terreno relazionale dal quale germogliano le "confessioni" intime. Abbiamo parlato anche della pandemia e del loro isolamento. Abbiamo parlato dell'isolamento nell'isolamento che le persone ospiti della R.S.A. stavano vivendo, forzatamente lontani dai propri parenti. Io portavo un sorriso, un suono e una carezza armonica. La musica è balsamo.

E poi l'amore. La musica muove l'amore, il sentirsi vicini e in sintonia. Trasformare la paura, la sofferenza e l'apprensione in suono è la magia maieutica che l'arte rinnova ogni volta. Il canto in gruppo è una delle forme più alte di amore e di incontro. Nonostante le fatiche, dopo ogni esperienza sonora, le persone tornavano a sorridere e a guardarsi in modo diverso. Non so dire quanto durasse questa sensazione. E immagino sia stato diverso per ognuno di loro. Ma la leggerezza d'animo arrivava come un raggio di sole caldo e confortante.

Sono quasi due mesi che non lavoro. Le difficoltà del quotidiano non si trovano solo all'interno di una R.S.A. Abbiamo sperimentato tutti noi la sensazione di isolamento. Chi è fortunato, ha passato il proprio periodo di chiusura in un ambiente confortevole e a contatto con le persone che ama. Molti hanno sentito tuttavia la frattura con le relazioni (sociali e ambientali) alle quali erano abituati.
In questo lungo periodo ho cercato di prendermi cura. E ho sempre sentito un grande conforto nel ripensare ai volti e ai gesti di ognuno degli ospiti che incontravo in Casa di Riposo. Ecco, nonostante fossero loro gli "ospiti", ogni volta avevo la sensazione che fossero tutti loro, insieme, ad aprirmi la porta per accogliermi, dandomi la fiducia di un sorriso, attendendo insieme che, voce nella voce, il suono portasse conforto e gioia. 
Sto contando i giorni che mi separano da quando potrò tornare a incontrarli.


domenica 22 settembre 2019

In ricordo di Teresa

Teresa ci ha lasciato da poco tempo. Anche quando faticava a parlare, a muoversi e a interagire con gli altri, si impegnava nell'improvvisazione terapeutica. Da una seduta di musicoterapia nel nucleo Alzheimer della Residenza del Sole di Cinisello


Le grandi mani

Angelina, e la grande foto delle mani...
La percezione, le parole, e il lavoro. 
Da una seduta di musicoterapia presso l'R.S.A. Agostoni di Lissone


Son Felice - Una Canzone di Elisabetta

Conosco Elisabetta da un paio di anni.   Affetta da decadimento cognitivo, lavoriamo con la musica per esplorare risorse inaspettate, per ...