giovedì 27 settembre 2012

La cura della persona con demenza - Breve riflessione

Ieri ho partecipato come relatore al Workshop La cura della persona con demenza organizzato dall'Asl di Monza e Brianza. Mezza giornata molto interessante, anche se troppo compressa. Tanti gli interventi vitali, poco il tempo a disposizione. Nell'attesa del mio intervento, verso metà mattina, ho osservato nuovamente le infinite possibilità che le parole offrono, i limiti e le potenzialità della comunicazione umana, in un rituale piuttosto consolidato come un convegno. Le parole, in effetti, sono interessanti: il convegno è stato introdotto da una "lectio magistralis"; il mio intervento era all'interno di una "tavola rotonda". Rituali, appunto, che sento un po' vuoti, come contenitori. Sarebbe interessante impostare futuri convegni secondo nuovi paradigmi.
Ciò detto, molti interventi sono stati ricchi e pieni di spunti, in particolare per il sottoscritto che si è avvicinato al mondo della cura delle persone affette da demenza solo da un paio d'anni.
Per quanto riguarda il mio intervento, avevo in programma di presentare sei brevi filmati in sequenza del lavoro con una paziente, Lucia, che rappresentano bene il senso dello sviluppo circolare del lavoro in musicoterapia olistica. Uno sviluppo che non è uno sviluppo, insomma, all'insegna di quella presenza nel qui e ora che è il senso stesso della nostra vita. Il poco tempo a disposizione mi ha impedito di farlo, ma riporto qui sotto per intero la presentazione che avevo preparato. Potrebbe dare un'idea del filo del discorso. Per i filmati di Lucia, invece, valuterò prossimamente se mi sarà possibile pubblicarli. Intanto, devo ancora concludere (?!) la storia di Francesca.
Un ultimo pensiero prima delle slide. Un ottimo spunto per i relatori compressi dal poco tempo, potrebbe arrivare da un insegnamento del Buddha (da i Discorsi di Gotamo il Buddho del Majjhimanikayo, ed. Laterza, 1916), che riporto: 
È possibile, fratello, che ad un monaco venga in mente: “Se i monaci vanno in giardino, dev’essere solo affar mio e non di altri, esporre la dottrina”. È possibile invece, fratello, che un altro monaco spieghi la dottrina ai monaci raccolto nel giardino, non lui. Allora egli s’amareggia e s’adira: “Un altro spiega la dottrina ai monaci, non io!” Quest’amarezza, fratello, e quest’ira: entrambe son colpa.



Presentazione "Armonia e Vita", esperienze di musicoterapia olistica nel nucleo Alzheimer dell'R.S.A. Agostoni di Lissone" (cliccare per ingrandire):

 











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