martedì 17 luglio 2012

Musicoterapia e Alzheimer - Riflessioni (3)


Leggi la prima parte.
Leggi la seconda parte.

Improvvisazione terapeutica – quale musica
A discapito della sua apparente chiusura all’esterno, Francesca ha mostrato da subito una grande sensibilità rispetto alla stimolazione sonora: risposte chiare, immediate e significative verso le proposte sonore con il pianoforte. L’improvvisazione è stata quindi calibrata in modo attento, partendo dalla semplicità ritmica, armonica e melodica. Temi musicali familiari, ripetuti con variazioni graduali e poco complesse, reiterati, spesso accompagnati da vocalizzi caldi e rassicuranti. L’obiettivo, lo ricordo, era principalmente quello di accogliere, coccolare, confermare, nutrire

il volto rilassato, la bocca distesa, al termine di un massaggio sonoro con il pianoforte


Ciò non toglie che, per verificare anche la capacità di risposta di Francesca alle proposte sonore, non si sia voluto osare in più momenti: brusche variazioni ritmico-melodiche, cambi di intensità, ecc. hanno permesso di
riscontrare una chiara e salutare reattività di Francesca. In un'occasione, la sua reazione emotiva è stata tale da voler proprio scendere dal pianoforte, e interrompere così l’improvvisazione. Anche segnali di fastidio o rifiuto, in casi come questo, quando coerenti e contestualizzati, sono importanti e dimostrazione di vitalità. In generale, utilizzo precise increspature ritmico-armoniche, solitamente nella fase centrale del percorso di improvvisazione, con due obiettivi: verificare come tali variazioni vengono accolte dalla persona; attraverso l’interruzione repentina (ma preparata) del rispecchiamento, si favorisce la riduzione della capacità di autocontrollo (cosciente o inconscio) sulle proprie risposte psico-fisiche alla musica. Quest’ultimo tema, in particolare, merita un breve approfondimento.
Sia in condizioni normali che di malattia, a livello più o meno consapevole, la nostra mente agisce in modo costante nella direzione di tenere sotto controllo le reazioni personali alle diverse stimolazioni, nei diversi contesti di vita. Il controllo della mente, nell’illusione egoica e onnipotente della sua supremazia su tutto il resto, è spesso associato a una significativa riduzione dell’ascolto dei segnali inviati dal corpo (da qui, spesso, la nascita di manifestazioni psicosomatiche), e a una
strutturale incapacità di lasciarsi andare e di partecipare con pienezza alle esperienze che si stanno vivendo. Si riduce in questo modo la possibilità che si manifestino intuizioni impreviste e trasformative (i cosiddetti insight), che sono la base di reali opportunità di cambiamento.
Facendo esperienza con la pratica dell’improvvisazione terapeutica, ho sempre più verificato l’importanza di prevedere fasi di decisa rottura con quelle che possono essere strutture ritmico-armoniche più familiari e realizzare un vero percorso nel percorso di destrutturazione e decostruzione dei riferimenti per il paziente, agendo contemporaneamente sul piano razionale, emotivo e fisico. Inutile dire che tali rotture variano a seconda delle caratteristiche individuali delle persone, e della cultura musicale loro e del musicoterapeuta. 
Nel caso di Francesca, visto la delicatezza della sua sensibilità, tali provocazioni sonore non sono mai state particolarmente violente o destabilizzanti, ma calibrate con molta attenzione, sia per intensità che per durata. In ogni caso, hanno rappresentato momenti molto importanti nell’evoluzione del percorso terapeutico. Francesca ha spesso accolto questi momenti con chiare risposte emotive, a partire da profondi sospiri, dall’accelerazione del battito cardiaco, da un aumento del tremore degli arti inferiori e da una successiva maggiore distensione

il respiro regolare, privo di apnee, al termine di un massaggio sonoro al pianoforte. 
notare il profondo, liberatorio sospiro finale.


Allentato il controllo inconsapevole della mente, questa mente così fragile ma ancora così concentrata nel non lasciar andare nulla (uno dei paradossi più grandi della demenza), l’equilibrio psico-fisico di Francesca è aumentato, ritrovando maggiore unità, maggior benessere e, a quel punto, anche una rinnovata capacità di lasciarsi trasportare dal movimento delle onde sonore, in alcuni casi fino ad addormentarsi per brevi periodi. La parte conclusiva dell'improvvisazione terapeutica con Francesca è sempre stata orientata alla ricomposizione di un'unità che superi la frammentazione, sia sul piano ritmico che armonico.

(fine terza parte - continua)

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