mercoledì 16 dicembre 2015

Relazione musicale e wondering nella musicoterapia con l'Alzheimer

In questo articolo espongo uno schema armonico-ritmico di riferimento che ho creato nella pratica con una sig.ra affetta da Alzheimer presso l'R.S.A. Agostoni di Lissone, che chiameremo Erica.


Ecco Erica, sempre in movimento!

Nel suo insieme psicofisico, Erica appare rigida, chiusa in se stessa, con poca o nulla comunicazione con l'esterno, lo sguardo spesso fisso, una grande rigidità del corpo e il respiro bloccato, trattenuto nella parte mediana dei polmoni. Uno stato di apparente “congelamento” che sembra però nascondere emozioni molto forti di paura e di rabbia.
Inizialmente seduta sulla carrozzina per problemi a un'anca, nel corso dei due mesi in cui ho iniziato a lavorare ha recuperato progressivamente la posizione eretta ed è tornata a manifestare una deambulazione insistente, insofferente e non finalizzata.
Dal primo incontro ho dedicato particolare attenzione a costruire un rapporto di fiducia, portando particolare attenzione alla voce e al contatto visivo e con le mani. Erica si è mostrata da subito aperta ad accogliere la nuova relazione con il sottoscritto, in alcuni casi esprimendosi con un sorriso al momento del mio arrivo nel nucleo.


Il percorso con Erica pone almeno due problemi iniziali: dare senso al suo wondering; accompagnarla a esplorare altre possibilità espressive, più evolute, costruttive e che abbiano un fondamento relazionale/emozionale.
Ho ritenuto da subito sbagliato voler bloccare o interferire con forza con il suo vagare. Ho quindi deciso di accompagnarlo con una base ritmico-armonica al pianoforte, che è andata definendosi nel corso dei diversi incontri, e si è strutturata come un preciso tessuto musicale simbolicamente sensato.
Di seguito illustro lo schema che ho utilizzato per questo processo di rispecchiamento sonoro, che è molto semplice e intuitivo, ma credo possa essere utile ad altri specialisti come punto di partenza e di riflessione.


Accompagnamento al pianoforte, dare senso al vagare

Dal punto di vista ritmico, ho cercato di riprendere con precisione la pulsazione definita dal suo passo, sostenendolo con le note più gravi alla mano sinistra. La tessitura ritmica è in continuo movimento, muta durante il wondering, e deve essere ricalcata con attenzione e accoglienza. Le accelerazioni e i rallentamenti hanno un loro senso che deve essere ascoltato e compreso. L'osservazione che permette il rispecchiamento ritmico ci offre tantissime informazioni e ci aiuta a entrare nelle sensazioni ed emozioni primarie del mondo di Erica.

Contemporaneamente, ho costruito una struttura armonica ricca di significato implicito, ed efficace nel porsi come mediazione coerente della relazione sonora in fase di consolidamento. Possiamo identificare le seguenti fasi/passaggi:

Casa/Accordo di tonica: Ho definito come punto di partenza il suo arrivo al pianoforte, ovvero il punto più vicino al sottoscritto, che ho caratterizzato musicalmente con un accordo di tonica, ovvero una “casa simbolica”, un approdo.









Primi passi/Accordo di quarta: I primi passi di distacco dal pianoforte, che Erica di solito realizza senza allontanarsi troppo, sono stati accompagnati da un accordo di quarta, accordo familiare e naturale passaggio dopo la tonica.










Allontanamento/Accordo di seconda: Il terzo passaggio è l'allontanamento in linea retta dal pianoforte verso la porta, che si trova al lato opposto della stanza dei suoni. Ho accompagnato questo passaggio con il primo accordo in minore, sul secondo grado, che è molto familiare e caratterizzato da una particolare dolcezza emotiva








Esplorazione da lontano/Accordo di sesta: L'esplorazione intorno alla porta, nel punto più lontano, si muove su un accordo di sesta, che rappresenta la relativa minore della tonica, e approfondisce la delicatezza intima e triste della lontananza, preparando il ritorno.









Ritorno/Accordo di quinta: A questo punto Erica è pronta per tornare. Mentre si dirige verso il pianoforte in linea retta, accompagno il percorso con un accordo di quinta che chiama naturalmente la risoluzione alla tonica, e l'approdo a casa. A questo punto il ciclo può riprendere dalla prima fase.










Tutta la ricorsività del processo non viene eseguita con una modalità meccanica e sterile, bensì ponendo particolare attenzione all'intensità e alla partecipazione emotiva, leggibile attraverso diversi segnalatori: il suo respiro, la velocità del suo passo, la chiarezza sempre più evidente di certi movimenti, il tentennamento in alcuni momenti, il suo sguardo, ecc. L'improvvisazione appoggiata sul giro armonico sopra illustrato è quindi in continuo divenire, in un movimento vitale che prende forma nel rispecchiamento creativo con il wondering di Erica.
L'insieme di questo processo, una volta consolidato, appare come una nuova e reale configurazione gestaltica nella quale siamo presenti Erica, io e la musica, che funziona da mediatore emozionale ed energetico.


Dal vagare all'esplorazione attiva al pianoforte

Tale percorso ha dato forma e forza a una relazione implicita non costruita su modalità tradizionali di sguardo e parola, ma su un incontro ritmico e armonico. Ha nel tempo dato senso e fiducia alla ricerca di Erica, al suo vagare, e nell'ultimo incontro fin qui effettuato, a inizio dicembre, si è trasformato in una ricerca attiva al pianoforte. Erica ha trovato il coraggio e la motivazione per sedersi per più di venti minuti per suonare attivamente il pianoforte di propria spontanea volontà, accompagnata ritmicamente da me con alcune percussioni leggere.
Il risultato è stato sorprendente, se teniamo conto della naturale tendenza di Erica a rifiutare qualunque proposta, della ridotta capacità di concentrazione fin qui dimostrata, e della difficoltà a spostare la propria energia dal piano della deambulazione irrequieta ad altre modalità più evolute (quali, in questo caso, una sorta di “deambulazione di mani e braccia” sulla tastiera del pianoforte, intorno ai suoni). Nel corso dell'esplorazione al pianoforte, Erica ha via via allargato le proprie possibilità, ampliando le note da suonare. Se infatti la sua ricerca iniziale si limitava ai soli tasti bianchi nel registro più acuto del pianoforte, mano ha mano si è concessa di scendere ben al di sotto del do centrale e di includere anche i tasti neri.

L'esplorazione al pianoforte, come ho cercato di illustrare, è stata resa possibile dal processo iniziale, che ha occupato quasi totalmente i primi incontri di lavoro insieme, durante il quale il suo wondering è stato accolto, è stato trasformato in una relazione emotivamente coinvolgente e ricca di senso, dove la musica ha fatto da mediatore simbolico intuitivo. 






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